Poche parole scritte,provocatorie ma non troppe ,per scuotere un pochino la coscienza.
Sento la t.v.,sento Sabelli responsabile del settore giustizia come magistrato,sento Giachetti che, nella sua civile e giovanile esuberanza, pone il contrasto,giustamente,a quello che Sabelli dice.
"che carriera hanno fatto i magistrati che condannarono Tortora?"
Purtroppo Sabelli dice e non sa uscire da quello che dice...... per come può essere, per vero, un dialogo.
Praticamente comprende bene il suo problema (nel ritardo della cultura che si arrocca in tutti quei valori che possono essere riconosciuti solo all'interno di se , per giustificare se stesso) per trovarsi in ordine poi con la sua coscienza,nello scambio politico.
Ma la separazione tra inquirenti e giudicanti e le altre riforme che la società "vuole "che si raggiungano, possono essere letti e spiegati solo in questa chiave nel catastrofico divenire del pensiero che abbraccia tutto il pianeta?
La "massa "pesa" sulla coscienza : ,è "gravità" che bisogna far capire quale sia ,per coltivare con nuove dinamiche il pianeta.
La filosofia della scienza ,applicata alla sociologia , può intervenire positivamente nella forma sociale per coltivare ,in un quadro di riconoscimento solidale e reciproco,quanto di questo tempo comune (ci)rimane .
Una coscienza talmente ingolfata va nelle possibilità di giustificazioni che si può dare, e su queste naviga dimenticando il resto,
Cose il resto?
Il resto non è risolto da una navigazione tranquilla sul passato, attraverso i meandri che ci hanno bloccato ed intasato, nella sapienza linguistica formale che Sabelli può esprimere.
Scrivo questo Blog di getto e con il computer che uso male ma non mi permetto di giudicare bene Sabelli.
Sintetizzo: quanto dice il magistrato non è da magister,....gioco di parole che colpisce però il cuore della polis,...ed anche me.
Perché tocca al cuore il disordine sempre maggiore che dipende da loro,scusate da l'oro .
Disordine non giustificabile comunque perché esprime il ritardo di chi si trova all'avanguardia di un mondo che è in crisi di coscienza sociale ,perso il buon senso.
La fenomenologia , esaminata attraverso la trasmissione che seguo , evidentemente nei limiti che offre ,dà solo il fianco al ragionamento che faccio.
Ma ragiono riferendomi a quanto questa può essere utile?
A me si, e, di rimbalzo, mi auguro anche a chi è ai vertici della società d' oggi,tecnocratica.....
..limitata solo allo spazio consumistico capitalistico ,come dimostra .. nei magistrati, coinvolti ed impelagati,
La regola può costruire l'architettura ma ,dentro ,deve esserci l'anima che batte nella sincronia di un cuore , metro per quanto più possibile esatto per misurare la vicinanza che c'è tra Sabelli e il cittadino che, invece la magistratura ,attraverso Sabelli, misura nella lontananza,
.
Rivedrò questo blog che pubblico così perchè sento ancora... come Sabelli mi ricorda ,parlando e difendendo il "settore," "non c' è peggior sordo di chi non vuol sentire",.
Per finire Sabelli dice che il problema è l'equilibrio del rapporto tra magistratura e la politica.
Sembra così che il resto, non debba appartenere alla cultura sociologica del magistrato e ....gioca mentre Sagunto brucia.
venerdì 27 febbraio 2015
mercoledì 11 febbraio 2015
venerdì 6 febbraio 2015
la città corrotta
La città corrotta
L’illusione della cultura
dell’oggi figlia della tecnocrazia.
La società appare, nel quotidiano presente, tal quale sono gli
incontrovertibili eventi che produce.
Questi sembrano irrisolvibili,fuori
controllo per le complessità riproposte
nella giostra del tempo che morde
i fianchi delle corrotte forme e insegue il risultato nel giardino delle
ninfee, vi ricordate il teorema?
Cronos mangia i suoi
figli.
Questo perché è
finito il gioco degli scacchi dove una
parte,la Giustizia,il timor di Dio,la bellezza del mondo del poeta, è fuori la partita
per un errore di gioco.
Qui vale operare per scoprire la via di fuga
dal Vesuvio in collera ed i nervi corrotti oltre la prescrizione dei sentimenti
di un popolo ingannato.
La decadenza è l’insulto
che non può raggiungere l’utopia di un mondo migliore,ma giusta sia la legge
che oppone al degrado del potere la ragione
del diritto alla ragion di Stato.
Ieri a Roma il romanzo criminale della città era
puntuale all’ultimo capitolo,per la scoperta della ragione del diritto?
Il liquido equilibrio
del mercurio che misura la borsa del tempo modella l’onda dove all’approdo appare l’attacco alla gomena,per
ciascuno al suo posto.
Ma il termometro è
caduto e si è rotto e il mercurio è ladro del tempo nello specchio infranto al
suolo:quasi una favola del poeta.
Pure……
Sembra possibile oggi
vivere la confortevole area di benessere offerta “significativamente” nelle cattedrali della
cultura,teatri,macro,stadi realizzati per goderne la coltura dell’oggi.
Le moltitudini,per
merito,per biglietto o per invito od
anche gratuitamente sono in quegli spazi
dove possono godere nella
dimenticanza dei travagli,che antropologicamente hanno vivendo il tempo della loro vita.
Il tempo,proprio
quello che, per tutti e per ciascuno,
nel disordine del mondo sembra giunta
alle soglie di Hiroscima, produce in conseguenza bolle di squilibrio planetarie affacciate sino
al bordo del pianeta raggiunto nell’effetto
che si vede.
Questo è nell’accelerazione
dei tempi e degli spazi in progress della società: guarda le strabilianti forme
architettoniche delle città dell’oggi che scardinano gli spazi umani.
Gli spazi e i tempi
sono effettivamente in subbuglio,( in progress ?)nella realtà sociale mondana,
che in effetti ha origine nella
coscienza civile ,quella che nasce dalla coscienza nella profondità del cuore di
ciascuno.
L’accelerazione dei
tempi sembra risolversi così oggi negli
spazi conquistati,senza coscienza e senza la consapevolezza di chi la produce
,istantaneamente per ognuno, per i propri personali vantaggi.
Un autostrada,nei
reticoli del web,rende facili le scelte di guadagno per il benessere dei più avvantaggiati nella storia del tempo che
cinguetta vittorie.
Sembra infatti così
che nel circuito, nel primo giro di boa,nella scienza offrendone i mezzi , la
coscienza del mondo universo che vive in ognuno di noi,abbia snocciolato
confusione nella progressione della storia sino al traguardo rovinoso che qui cerco di spiegare …. scrivendo.
Oggi, sulla
scena,enorme quanto la potenza dei mezzi di informazione che la offrono in ogni spazio consultabile ,ed in
ogni angolazione consentita dai f,bek, capitalizzati nella pubblicità di loro
stessi,c’è questo prevalere politico della città esternalizzato nelle sue contraddizioni
e che crolla nel disordine e nell’illegalità.
La “polis”sognata è ritrovata
solo nei libri non letti,.
Pericle stesso è un
insetto schiacciato nel libro chiuso di fretta ed all’improvviso.
Qualcosa non va certamente in queste manifestazioni
sull’articolo 18 del contratto di lavoro dove ognuno espone il suo punto di vista
sulle sabbie mobili che lo stanno inghiottendo mentre il programma ha molto
successo di ascolto.
Qualcosa non va se
manca un addendo ,una quantità da sommare,quello che può svolgere il nodo e
ridare un percorso per la democrazia oltre la tecnocrazia ,se manca una “vera”
cultura in progress all’intero del quadro.
Questo anche e
soprattutto nella coscienza degli autori del quadro politico e nei protagonisti
che sono saliti sulla carrozza per il paese dei balocchi.
Lungo la strada
compreranno i giornali per quello squarcio nel cuore di Roma che oggi vediamo?
La giustizia ,le forze
del diritto,è scesa in terra ed ha scoperto ed arrestato ,anche ai
domiciliari,perché no,la crema di quanto era il virus che degenera sino ad
Hiroscima per tutto il mondo.
Il diritto dello Stato
,scende in terra e cerca la democrazia maggiore della ragion di Stato,nei
limiti che deve.
Ecco scoperta la lunga
catena che dalla banda della Magliana ,a destra, a sinistra, percorre le vie
intasate della Polis.
Qualcosa bisogna pur
fare ,ognuno coltivi il suo campo e la scena oggi ha la Giustizia e giudici e
avvocati in primo piano
Giovanni lombardi
lunedì 2 febbraio 2015
filastrocca dell'aquario
non è male
che dopo la befana,
arrivi
il carnevale
e dopo questo fatto
c'è lo scacco matto,
non fa rima,lo so,
se non che nel finale.
Ma prima,dopo e adesso
dimentichiamo il resto:
che è quello che rimane ,
se tu lo esegui bene,
in questo grande campo
dove risplende il sole
per farlo ritornare,
per ognuno che nasce,
nell'universo mondo
alla stagione giusta.
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